Il Pianeta Verde (FILM INTEGRALE)


Il Pianeta verde, cioè come realizzare un fantascientifico in chiave di commedia di costume o il contrario: firmato e interpretato da Colme Serreau, la regista-drammaturga francese assurta nell’85 al successo internazionale con Tre uomini e una culla. Ben lontano dal somigliare ai mondi ipertecnologizzati prefigurati nei film futuristi-ci americani, il pianeta del titolo si presenta con l’aspetto arcadico di una immensa e fertile campagna: i cui abitanti respirando aria fina e mangiando vegetariano vivono fino a 250 anni in fraterna comunanza di beni e in perfetta armonia spiritual-sessuale. Ovvio che nessuno dei rappresentanti (fisicamente identici a noi) di quel paradiso felice, abbia voglia di andare in perlustrazione sulla barbara Terra che si trova 4000 anni indietro, in una fase retrograda di capitalismo sfrenato. L’unica a offrirsi volontaria è la vedova Mila che, essendo nata durante un analogo viaggio del padre, presume di avere del sangue terrestre nelle vene.
Approdata in abiti del Settecento sulla tangenziale di Parigi nell’ora di punta, la visitatrice lì per lì resta traumatizzata dall’aggressività, i rumori, l’inquinamento; e trova qualche difficoltà a mettersi in contatto telepatico con i suoi perché per collegarsi deve ficcare i piedi in acqua e gesticolare come un cartone animato, un rito che non la aiuta a passare inosservata (è l’idea più carina del film). Però tramite la sua capacità di «disconnettere» le menti, cioè di «risanarle» sintonizzandole su pensieri positivi e buoni, l’extraterrestre riuscirà a cavarsela nelle situazioni più imbarazzanti, trasformando un ginecologo cinico e carrierista (Vincent Lindon) nel migliore degli uomini; e potrà rientrare nell’alveo del suo verde pianeta, portando in salvo con sé due dolci fanciulle e un neonato bosniaco. Quanto al resto della nostra disastrata società, niente da fare: per cambiare le cose non basta certo la buona volontà di una simpatica aliena.
Sincero nel suo empito ecologista, ma semplicistico nella sua retorica antiprogressista, il messaggio arriva fiacco: anche perché la commediola è ritagliata un po’ schematicamente, ispirandosi ai manifesti programmatici dei Verdi piuttosto che lavorando di fantasia. Gli spunti satirici non graffiano abbastanza, le trovate divertenti non sono molte e l’unica immagine davvero poetica è quella di un uovo leggiadro che librandosi in aria permette il passaggio da una dimensione spazio-temporale all’altra.
Da La Stampa, 6 luglio 1997
Fonte: http://www.mymovies.it/dizionario/critica.asp?id=37397

Un film unico nel suo genere che ci racconta come un popolo simile al nostro sia avanti migliaia di anni luce rispetto a noi. Le loro usanze e il loro modo di vivere ci fanno capire quanto il nostro stile di vita sia scialbo e antiquato.Un ottima pellicola che meriterebbe di essere vista soprattutto per il messaggio che ci vuole lasciare. In un futuro non molto lontano anche noi potremo diventare come gli abitanti del pianeta verde, talmente evoluti da non aver bisogno di alcun oggetto. CONSIGLIATISSIMO!

Nessun commento:

Posta un commento