Chi di noi non ha mangiato almeno una volta nella vita il kebab, un panino a base di carne di origine turca, persiana e araba che da diversi anni ormai spopola anche nelle città europee, divenuto popolare in Germania grazie alle immigrazioni provenienti dal Medio Oriente.. Ma qualcuno sa di che cosa sia veramente composta la carne che vi danno? Mi sa di no, altrimenti fareste più fatica a mordere quel gustoso panino imbottito. La composizione della carne varia da produttore a produttore e da esercente ad esercente, come vedremo.
E qualcuno ha avanzato anche l’ipotesi che tra gli ingredienti della carne di un kebab doner si possano trovare cose disgustose come scarti di macelleria, ossa, denti e anche carne di topo. La questione è finita anche davanti alla Commissione europea.
Di seguito vi mostreremo i risultati di diverse ricerche condotte in Inghilterra qualche tempo fa e che hanno mostrato risultati preoccupanti.
Mahmut Aygun, emigrato in Germania dalla Turchia negli anni Settanta è stato uno dei primi fautori della diffusione di questo alimento nel nostro continente. Pare che, originariamente, nei paesi arabi dove è nato, il kebab fosse un piatto artigianale e rustico di carne, anche abbastanza fresco e nutriente, servito con verdure e salse speziate.
Mahmut Aygun è morto serenamente a 87 anni. Ma vien da pensare che non abbia mangiato molti doner kebab, i panini che lui stesso ha inventato poco meno di quarant’anni fa: secondo un’indagine appena diffusa dai Local Authority Coordinators of Regulatory Services inglesi, in media un panino regala più di mille calorie, il 98 per cento della quantità giornaliera raccomandata di sale e il 148 per cento dei grassi saturi consentiti. Insomma, non basta il digiuno per rientrare nei ranghi dopo un kebab. Che infatti secondo alcuni è il fast food meno sano in assoluto.
Quel sapore anche “non male” e a volte appetitoso, che chiunque abbia mangiato un kebab conosce, non è nient’altro il risultato della lavorazione della carne con quantità spropositate di grasso animale e spezie: questo è quello che inganna il palato.
Chi è abituato a mangiare hamburger da McDonald od altre schifezze del genere, sa bene che il panino sembra buono: questo è solo un sapore indotto dal grasso utilizzato nel processo di lavorazione della carne.
Di seguito vedrete i risultati ottenuti dei nutrizionisti inglesi di LACORS (Local Authority Coordinators of Regulatory Services).
Lo studio LACORS è stato condotto su 494 panini acquistati in 76 aree della Gran Bretagna e del nord dell’Irlanda. Di ogni panino sono stati catalogati composizione della carne attraverso il DNA e valori nutrizionali.
-Il 35 per cento dei panini conteneva carni diverse da quelle dichiarate (pure in spregio ai precetti religiosi, visto che in due panini Halal c’era carne di maiale);
- La composizione del kebab può variare da esercente ad esercente. Nella maggior parte dei casi si tratta di carne di pecora o di un miscuglio di manzo e pecora. Ma spesso vengono aggiunti tacchino o pollo in composizioni varie. Raramente ci si può imbattere in kebab di solo pollo (5,1% dei casi) o in kebab composto in parte da carne di maiale (1,2% dei casi). Questa, seppure un’eventualità rara, è una truffa ai danni degli ignari consumatori musulmani per i quali la carne di maiale è tabù;
– A parte nei kebab realizzati con un’amalgama di carni di vitello, pollo, tacchino, pecora, maiale, in circa il 9% dei casi non si è potuta individuare con chiarezza la natura della carne utilizzata nel processo di triturazione;
– Un kebab contiene tra il 98% (nel migliore dei casi analizzati) ed il 277% della quantità giornaliera di sale accettabile, oltre la quale la salute di un essere umano è a rischio;
– Solamente la carne di kebab contiene tra le 1.000 e le 1.990 calorie (senza considerare le verdure e le salse, ndr);
– Un altro dato scandaloso è che ogni kebab contiene tra il 148% ed il 346% della quantità di grassi saturi assimilabili giornalmente da un essere umano (sempre considerando solo la carne, senza considerare salse e condimenti).
In conclusione, per gli oltre 300 campioni valutati:
nell’ 8,7% non è stato possibile valutare il tipo di carne contenuta;
la composizione è risultata a rischio per la salute per contenuto di grassi, contenuto di grassi saturi (due kebab forniscono il contenuto settimanale di grassi saturi) e contenuto di sale, in oltre il 90% degli oltre 300 campioni valutati (escluse le salse e i condimenti).
Il testo integrale della ricerca è pubblicato qui in formato .pdf:
http://www.slideshare.net/BUENOBUONOGOOD/kebab-composition-7310783
La totalità dei kebab diffusi dalla Germania in tutta Europa, contengono una quantità elevatissima di conservanti ed additivi chimici, necessari per poter assicurare la conservazione del prodotto per mesi. Inoltre, durante il loro trasporto ed all’interno degli stessi stabilimenti dove sono venduti al pubblico, questi rotoloni di “carne” sono soggetti a gravi interruzioni della catena del freddo, in seguito a continui e ripetuti congelamenti e descongelamenti.
L’anno scorso un gruppo di studiosi dell’Hampshire County Council aveva definito il kebab come «il cibo take away più grasso e meno sano» trovandoci dentro l’equivalente calorico di un bicchiere di olio. «In linea teorica potrebbe essere un pasto equilibrato e sano» ha spiegato Simon Langkey-Evans, nutrizionista dell’università di Nottingham nel Regno Unito. «Ma le porzioni sono di solito grandi, poi ci sono troppe salse e condimenti». Alla fine ci ritroviamo in mano un panino gustoso (bisogna ammetterlo, e certo non stupisce con quel che c’è dentro), di sicuro economico per le nostre tasche, ma che chiede un conto salato al nostro benessere.
Altri rischi legati alla consumazione di kebab possono essere quelli di contaminazione batterica in caso la carne sia conservata male. La ricerca che lancia l’allarme arriva sempre dall’Inghilterra. L’Agenzia per la protezione della Salute (Health Protection Agency’s Food ) ha effettuato ricerche su 1.213 insalate e 1.208 campioni di salsa destinati ai panini kebab. Gli acquisti sono stati fatti a caso in 1.277 negozi sparsi fra Inghilterra, Galles e Irlanda del Nord. Le autorità hanno osservato come il 5% dei campione fosse infestato da batteri anche aggressivi come quello della Salmonella o dello Staphylococcus aureus.
Cosa c’è dentro al kebab allora? La politica veneta Mara Bizzotto ha presentato un’interrogazione alla Commissione Europea allarmata dalle voci che vorrebbero il kebab composto dalle peggiori schifezze del pianeta, fra cui grassi trans, occhi, denti e interiora varie. Certo, essendo una politica leghista qualcuno potrebbe sentire una certa puzza di accanimento razzista contro un panino di origine etnica…
La risposta è arrivata da John Dalli, che ha parlato a nome della Commissione: a vigilare sull’igiene dei chioschi di kebab devono essere gli stati nazionali. Traduzione: “E che ne sappiamo noi se i kebab sono sicuri per la salute? Ogni Stato membro faccia i suoi controlli!”
Le ricerche di cui abbiamo discusso sono state effettuate pochi anni fa in Inghilterra.
La notizia secondo la quale nei kebab ci sarebbero ossa, denti e altre schifezze rimbalza sui vari blog da diverso tempo, ma manca di ufficialità. Però non siamo nemmeno in grado di smentirla. Va ribadito tuttavia che ci sono persone di cui ho letto commenti in rete che hanno trovato unghie nel kebab.
Non si hanno studi generali sullo stato di igiene nei chioschi di kebab in Italia. Tutto viene lasciato ai controlli delle autorità locali.
Detto questo, se amate il kebab quando ne ordinate uno incrociate le dita, auguratevi che il panino non sia condito da batteri e non chiedetevi cosa c’è fra le fette di pane.
Fonte: dionidream.com
Il kebab? Una bomba per la salute
Calorie, sale e grassi saturi oltre cento volte superiori
alla quantità giornaliera consigliata
Mahmut Aygun è morto serenamente a 87 anni. Ma vien da pensare che non abbia mangiato molti doner kebab, i panini che lui stesso ha inventato poco meno di quarant'anni fa: secondo un'indagine appena diffusa dai Local Authority Coordinators of Regulatory Services inglesi, in media un panino regala più di mille calorie, il 98 per cento della quantità giornaliera raccomandata di sale e il 148 per cento dei grassi saturi consentiti. Insomma, non basta il digiuno per rientrare nei ranghi dopo un kebab. Che infatti secondo alcuni è il fast food meno sano in assoluto.
PIATTO TIPICO – Le radici del panino, in realtà, sono assai più nobili e affondano nella tipica dieta mediterranea: il kebab (carne d'agnello con spezie) viene servito assieme al riso e alle verdure (ad esempio lattuga, cipolle, pomodori) e ha tutte le carte in regola per far parte di una dieta equilibrata e sana. Ma il doner kebab, ovvero la versione «da strada» del piatto mediorientale, è tutta un'altra storia: mister Aygun, emigrato in Germania dalla Turchia, l'ha inventato nel 1971 per dar da mangiare ai suoi connazionali in maniera semplice ed economica, infilando nella pitta (una specie di disco di pane da piegare a metà) le verdure, il condimento e la carne tagliata a fettine da un grosso pezzo che gira su un girarrosto verticale (il nome doner viene proprio da qui, perché in turco «far girare» si dice dondurmek). Risultato, un panino facile da mangiare e completo di tutto che ha dilagato in Europa e oltre. Ma mentre mister Aygun, nel suo ristorante, avrà pure continuato a usare carni scelte e ingredienti freschi, altrove le cose sono andate diversamente. Tanto che oggi, secondo l'indagine dei Lacors inglesi, il 98 per cento dei doner kebab prenderebbe il semaforo rosso per il contenuto in grassi saturi e il 96 per cento lo guadagnerebbe per il sale. Gli esperti inglesi hanno analizzato 494 kebab, trovando valori che definiscono «scioccanti». Difficile dissentire, basta guardare i dati del peggior panino passato al setaccio: 1990 calorie senza contare verdure e salse, il 346 per cento della razione quotidiana di grassi saturi e il 277 per cento della quantità giornaliera di sale. Roba da farsi venire un infarto solo a guardarlo.
SOTTO ACCUSA – Non è finita: il 35 per cento dei panini conteneva carni diverse da quelle dichiarate (pure in spregio ai precetti religiosi, visto che in due panini Halal c'era carne di maiale) e non c'erano grandi differenze fra i kebab «small» e «maxi». E non è neanche la prima volta che questi panini finiscono sotto accusa: già un paio di anni fa una ricerca aveva segnalato che in un caso su 5 i negozi che vendono doner kebab costituiscono una «significativa minaccia» per la salute pubblica, l'anno scorso un gruppo di studiosi dell'Hampshire County Council inglese li aveva definiti «il cibo take away più grasso e meno sano» trovandoci dentro l'equivalente calorico di un bicchiere di olio. «In linea teorica potrebbe essere un pasto equilibrato e sano» ha spiegato Simon Langkey-Evans, nutrizionista dell'università di Nottingham nel Regno Unito. «Ma le porzioni sono di solito grandi, poi ci sono troppe salse e condimenti». Alla fine ci ritroviamo in mano un panino gustoso (bisogna ammetterlo, e certo non stupisce con quel che c'è dentro), di sicuro economico per le nostre tasche, ma che chiede un conto salato al nostro benessere.
CIBO OCCASIONALE – Non ci sono studi a dimostrare che i doner kebab in vendita in Italia siano meno terribili, ma secondo Carla Favaro, docente alla scuola di specializzazione in scienze della nutrizione dell'Università di Milano Bicocca, non bisogna sperarci troppo: «Verosimilmente anche i nostri saranno simili: essendo in genere gestiti da stranieri, immagino che non siano “adattati” al nostro tipo di dieta». Detto questo, sono da bandire senza ripensamenti? «Non esistono alimenti del tutto vietati, anche se di fronte a dati di questo tipo viene da riflettere. L'importante è che il consumo sia davvero occasionale, soprattutto se si è a rischio (ad esempio se già abbiamo elementi di rischio cardiovascolare). Purtroppo il kebab è un cibo che può essere meno “eccezionale” del previsto: costa poco, molti studenti e lavoratori lo possono considerare il pasto ideale a mezzogiorno». I guai possibili, peraltro, non si limitano all'aumento di peso e al pericolo per arterie e cuore, ma si possono verificare anche nell'immediato: «Un panino del genere richiede tempo per essere digerito: difficile concentrarsi nello studio o lavorare bene dopo un kebab», dice Favaro. «Inoltre, se si sceglie un cibo simile ci si riempie e non si mangia sufficiente verdura e frutta, sommando all'errore di un pasto pesante la mancanza di nutrienti sani. Insomma, è davvero meglio optare per il kebab solo una volta ogni tanto», conclude la nutrizionista.
Elena Meli
Fonte: corriere.it
Nessun commento:
Posta un commento