I misteri si svelano con i sensi interiori. Chi li usa “vede” che la luna, in cielo, è un ologramma, il riflesso i un piccolo satellite artificiale dove sono sbarcati i 12 astronauti delle Missioni Apollo. La percezione umana si sta ampliando e molti maestri “spirituali” non lo sanno…
“Un piccolo passo per un uomo, un salto gigante per l’umanità” la storica frase di Neil Amstrong, era preparata; è molto diversa, infatti, dal banale colloquio che segue poi e che, dopo 40 anni, la NASA diffonde su Internet. Era il 20 luglio 1969 e, dopo due anni e mezzo, nel dicembre ’72, le Missioni sulla luna si sarebbero concluse, con l’Apollo 17. Da allora nessun uomo vi è più tornato: 6 le missioni coronate da successo e 12 gli astronauti a passeggiare sulla “luna”.
Durante il percorso nessun contatto radio, le foto con incongruenze quali la bandiera americana che sventola all’aria in un mondo senza aria, le ombre effetti di varie fonti luminose e non dell’unica in teoria possibile, il sole. La zona ricoperta dai vari allunaggi piccola e il sospetto dilagante che siano una burla della NASA. Doveva vincere la competizione con l’URSS e distogliere l’attenzione dalla guerra in Vietnam, si dice. Il movente non convince però. Dopo 40 anni, la domanda “sono andati o no sulla luna?”, non ha una risposta. Il mistero continua.
C’è una regia occulta, dicono i sostenitori della terza via: sta nell’offrire tesi opposte, indurre gli uomini a schierarsi con l’una o con l’altra e così scatenare i conflitti. La base della regia occulta è il dualismo, evidente nelle “opposizioni” politiche e nelle azioni che provocano reazioni ecc. L’elenco è lungo, comprende extra-terrestri e crisi finanziaria, si arricchisce ogni giorno di novità, allarmi da un lato e offerte di salvezza dall’altro. La terza via non basta.
Serve una quarta via, una ricerca autentica, capace di usare le potenzialità del proprio cervello. Se le risposte non ci sono, è perché le domande sono sbagliate. Il problema è molto più radicale di quanto si pensi. E ai misteri, mi duole dirlo contribuiscono anche i maestri “spirituali” che ignorano la Forza, la Vita, e non usano i propri sensi interiori…
Pur essendo molto più piccola del sole, le dimensioni apparenti della luna sono tali da provocare le eclissi totali di sole. Le sue dimensioni sono anomale; in proporzione ai loro rispettivi pianeti, gli altri satelliti naturali sono tutti molto più piccoli, incapaci di oscurare il sole, se non in minima parte. Perché il disco lunare è grande esattamente quanto quello solare? Non è un caso, ma l’indizio di una “realtà” diversa da quella dipinta dall’astronomia e di un’ingerenza “aliena” meno misteriosa di quanto si creda.
E se la luna, visibile in cielo, fosse non un corpo reale, ma un ologramma, un’immagine del vero satellite, forse molto più piccolo, il luogo extra-terrestre dove si sono recati gli astronauti delle Missioni Apollo?
Platone le chiamava ombre, il termine “ologramma” allora non c’era. Giordano Bruno e altri saggi e poeti parlano di realtà umbratile che oggi chiamiamo “film” o “matrix”. Tutto si spiega se si comprende la natura della materia nucleare che compone il film stesso. (vedi i miei libri).
A favore dell’autenticità delle Missioni Apollo, i 380 chili di rocce lunari, riportate dagli astronauti. Materia quindi, materia tangibile ed esaminata da tutti i laboratori del mondo, materia che ha posto più problemi che soluzioni.
La luna non ha campo magnetico e le rocce “lunari” sono magnetizzate! Dove le hanno prese? Non sulla luna visibile e nemmeno sulla terra; le rocce “lunari”, infatti, contengono elementi radioattivi che a terra non esistono più perché sono decaduti. Il suolo dove hanno raccolto le pietre “lunari” deve essere extra-terrestre, tale da “congelare” il tempo, bloccare il decadimento radioattivo con cui si misura il tempo. Basta penetrare le “pieghe” della “mela” per comprendere che non è un’assurdità.
Composta di densi, supersonici e turbolenti fiumi di plasma, la “mela” che ci avvolge non è trasparente, contiene zone senza campo magnetico, quindi senza tempo e invisibili con i telescopi. In queste zone, individuate anche dalle sonde spaziali, si nascondono astronavi, alieni e satelliti artificiali, “visibili” con i sensi interiori.
Le rocce “lunari” contengono elementi refrattari quali il titanio. La crosta “lunare” è apparsa molto più dura di quanto si ritenesse prima del tentativo degli astronauti di perforarla; è un indizio della natura metallica, artificiale, del nostro satellite “naturale”. Il fatto è inquietante. Lo sbarco sulla “luna” sarebbe la prova di contatti tra gli alieni, usuali abitanti del satellite, il governo USA e alcuni scienziati della NASA, i pochi addetti a definire le traiettorie dei viaggi spaziali, i pochissimi consapevoli che la “mela” è come una gigante sala con schermi al plasma e specchi curvi che possono moltiplicare, distorcere e ampliare gli ologrammi.
Gli astronauti delle Missioni Apollo non sono rimasti a terra; sono andati su un satellite artificiale, immerso in una “zona” senza campo magnetico, quindi invisibile, ma qui vicino, forse dietro l’angolo, “dietro” la prima fascia di Van Allen, fuori dalla consueta visuale che chiamiamo “cielo”.
Nelle foto della NASA sulla “luna” il “cielo” è senza stelle.
Allora è un set cinematografico? Si, è possibile, ma è anche possibile che il “cielo” nella “zona” senza campo sia diverso da quello che vediamo da terra: il “cielo” non è uno spazio vuoto, trasparente, in sole 3 dimensioni, come ci fa credere l’astronomia. Il “cielo”, lo spazio che avvolge il sistema solare, è una Big Apple, una sala piena di schermi e di specchi; cambia se la posizione dell’osservatore cambia.
Ma se non c’era campo, come hanno comunicato gli astronauti e la base NASA a Houston? Qualcuno, esperto della natura speculare e cellulare della “mela”, li ha aiutati a stabilire il contatto. Alieni? Forse anche menti “alienate”.
Fantascienza? No, coscienza che osserviamo solo il passato. I segnali possono provenire dal futuro… Qui si apre uno squarcio su una questione che travolge l’astronomia e tutta la storia conosciuta: il TEMPO LINEARE, legato al denaro, al lavoro salariato e all’interesse bancario, la “tirannia” che soggioga scienze e società. Il tempo sta accelerando e la “tirannia” può cadere da un momento all’altro, perché è inventata… La previsione è emersa anche nel terremoto de L’Aquila, ma subito messa a tacere. (vedi video)
La previsione è tipica dell’astrologia, la scienza che studia l’altro lato della Forza, il campo debole. Tracce di questo lato cruciale per l’evoluzione, si trovano anche nelle Missioni Apollo, per chi le cerca, è ovvio. Gli astronauti hanno lasciato sulla “luna” dei sismometri e così sappiamo che la “luna” è scossa da frequenti lunamoti. Sono l’equivalente dei terremoti, con la differenza che sulla terra durano pochi minuti e sulla luna ore. I lunamoti, circa tre mila l’anno, hanno raggiunto spesso il 5° grado della scala Richter.
La convinzione generale è che la luna sia un guscio vuoto, ma anche ammessa questa ipotesi, eretica, c’è un altro problema. Non c’è attività vulcanica sulla luna. Da che cosa dipende la sua sismicità? Due geofisici dell’università di Austin, in Texas, hanno notato che la maggior parte dei lunamoti avveniva allorché la zona della Luna, dove era stato collocato il sismometro, era diretta verso la costellazione del Cancro. La causa? Un intenso flusso di quark strange , provenienti dalla costellazione del Cancro, una massa imponente, miliardi di volte più cospicua di quella dei due quark, u e d, che compongono la materia normale, visibile.
La scoperta non ha avuto eco. Eppure è un chiaro indizio di un invisibile, ma concreto legame tra la “luna” invisibile e la Costellazione del Cancro. L’astrologia lo prevede mentre l’astronomia nega. Malgrado l’enorme cecità dei telescopi, riconosciuta dalla stessa astronomia tutti credono ancora all’astronomia! Il bello è che la “mela” sta cambiando a ritmi ultra celeri e potrebbe presto rivelarci grosse sorprese.
Un tempo, la Terra era senza luna.
Lo affermano Aristotele e Plutarco in Grecia, Apollonio e Ovidio a Roma antica, nonché vari altri autori. Le loro tesi coincidono con i simboli trovati nel cortile di una casa a Kalasasaya, vicino alla città di Tiahuanaco, in Bolivia. La luna sarebbe apparsa in cielo tra 11.000 e 13.000 anni fa…
L’ipotesi è comprensibile con un improvviso spostamento della “mela”. Mi fermo qui. Per chi vuole approfondire, c’è il mio libro, Baby Sun.
Fonte: giulianaconforto.it
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